Un giro a Battery Park, qualche foto ed entro al museo. Mi guardo attorno , ascolto la guida di una comitiva studentesca. Come fermare il tempo entrando in un museo, era tanto che non mi capitava, forse in realtà non mi è mai capitato di andare a vedere un museo o una mostra in completa solitudine. Questo fa' si che ci sia una totale fusione tra te e quello che vedi. Ti puoi fermare un attimo a prendere fiato da qualcosa che te lo ha mozzato senza tanti convenevoli... per poi farti ridestare dal caos generato da una comitiva studentesca tutta al femminile, età media 10 anni, quindi potete ben capire.. Mi è capitato un pò così quando ho visto l'esposizione Grab, al National Museum of the American Indian contente alcune foto, molte della coppia Idris & Tony ed altre di Cybelle Codish. Volevo postarne qualcuna, ma purtroppo ho trovato solo questa più il blog che potete trovare a questo indirizzo c'è giusto qualche foto della piccola galleria allestita, ma si intravede qua
Ritorno dalla lezione di Hip Hop a Genova, la penultima del semestre tra l'altro, condita con un sacco di argomenti che mi daranno spunto per la nottata di questo giovedì. Fonti, musica, paesaggi, luoghi di appartenenza, emotività, empatia. Tutto mi ha portato ad un sacco di riflessioni tanto per citarne qualcuna?.. Mi son collegata alle citazioni, pensavo che ogni citazione che leggo, che mi rimane impressa è un libro che voglio leggere, questo oltre che per immensa curiosità letteraria e per assaporare l'intero stile dello scritto, le emozioni di chi ci ha messo le parole, per misurare di quanto varia l'emozione che mi porta quella citazione leggendola nel contesto del libro, con l'inchiostro, sulle pagine, con una storia dietro. Trovo sia affascinante. Un'altra? Le persone, quelle che ci danno poco e quelle che ci danno tanto le sappiamo riconoscere facilmente. Anche se certe volte passiamo troppo tempo con quelle che ci danno niente, che non sanno portare avan
E' una contina ricerca di parole, motivi e perché. É difficile, stare al mondo, é difficile stare al mondo a 28 anni e sentirsene a volte ancora 22, quando ancora non sapevi come andassero veramente le cose e quanto difficile fosse spalleggiarsi nella vita di tutti i giorni. Con il senno di poi però volgo lo sguardo a quella 22enne, confusa che di passi ne ha fatti e di gioie ne ha perse. Quella 22enne che ha perso un pochino la voglia di esplorare, di emozionarsi, di sentire che aveva in quasi tutti i giorni della sua vita. La cittá ti uccide, la cittá si spegne, la cittá ti spegne. Come ti riaccendi non lo sai neanche tu. Non sai quando e come poter trovare quella via di fuga che ti svegli di nuvo quegli stimoli che ti portino di nuovo a quel livello a cui eri. E quella gioia di vivere con la quale le persone si ricordano di te. Sei morta, estinta e l'unica cosa che puoi riuscire a fare e aggrapparti ogni giorno a qualche cosa carina, qualcosa che distolga la tua attenzio
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