Prese di posizione nei confronti di Internet.
Ho deciso di mettere un po' da parte Facebook.
Non ce l'ho con i socialnetwork. Ce l'ho proprio con Faceboook, difatti penso che il Myspace (per quanto sia aggiornato solitamente) -.-, continuerò ad aggiornarlo. Non ho più voglia di utilizzarli come li ho utilizzati fino ad ora, ossia per pubblicare cose riguardanti me. Solo un paio di foto e qualche stato ogni tanto niente più! Nè link, nè canzoni, nè altro, voglio essere totalmente invisibile. Non voglio più dire nulla di me attraverso quelle cose.
Perché questa decisione?
Perché mi son resa conto che alla fine si sa tutto di tutti grazie proprio a Facebook. Ed è una cosa odiosa (malgrado, anche involontariamente,- notare spesso e volentieri la home intasata-) che si vengano a sapere cose su persone di cui non ce ne frega assolutamente niente. Non voglio più sapere niente di nessuno ecco.
Per cui mi impongo di utilizzarlo nella minor maniera possibile. E se ho dei tempi morti, stacco internet e vado con l'editing e la grafica.
Tralasciando i miei scleri, il week end? Bèh è andato bene, meglio di come ci si aspettasse, la parola "divertite" mi è un po' estranea, più che altro riterrei più adatta la parola "disinibite", "non pensiamo a quello che facciamo perché tutto quello che accade a Las Vegas, resta a Las Vegas". Happy hour ad Acqui fallito miseramente. Di conseguenza, andiamo a ballare. Non ci si annoia mai lì quello è sicuro. La musica, le solite cose, le solite persone, le solite serate che si concludono con chiacchiere a San Lorenzo con l'amica, svegliandoti 5 ore dopo e guardandoti allo specchio con una sensazione di apatia totale, verso sentimenti, persone (non tutte, certo) e cose. Ti stropicci gli occhi, c'è ancora un velo di trucco sotto di essi e ti fissi, facendo un paio di smorfie per vedere se hai subito qualche cambiamento durante la notte e poi guardi quegli occhi che ti fissano, mi sembrano vuoti. Ma niente. Ogni mattina è sempre la stessa storia niente di nuovo. Soliti giri e perdita di fiducia verso di te, facendoti andare e lasciandoti trascinare.
Vorrei sentirmi come quell'uomo appeso all'ombrello. Ovviamente non posso esprimere un parere oggettivo, però penso che lui, trovandosi così lontano da tutti stia a suo agio. Sia riflessivo e riesca a trovare nuovi spunti di dialogo, un uomo così io penso che sappia cosa scrivere. Che abbia sempre qualcosa da scrivere. Lui le persone le vede dall'alto, non ha bisogno di farsi vedere per vederle, non deve temere il giudizio degli altri perché gli altri non lo vedono. Poche volte le persone stanno con gli occhi verso il cielo. Molte volte stanno con gli occhi fissi davanti a loro. Parlo per ciò che vedo qui. Le persone non si preoccupano di loro. Si preoccupano di te. Di far sì che loro siano su un piedistallo per te. Si preoccupano di essere più false possibili, si preoccupano di passare per belle, brave e simpatiche. Ma c'è qualcuno che guarda in alto? Che se ne frega, ma sinceramente, del giudizio degli altri? Che abbassa lo sguardo dal cielo solo per guardare un amico e porgli un sorriso vero? Ovvio qualcuno ci prova. Ma pochi vedono quell'uomo all'ombrello che da lassù ci guarda, scuote la testa, ride e prosegue per la sua strada. E non prendetela per una metafora con Dio o cose del genere. Non c'entrano assolutamente niente.
La domenica notte, dopo che il sabato sera finisce.
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